[1] Un giorno di sabato passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.

Quest’episodio si porta dietro la memoria dei veri eventi storici, ovvero il ricordo delle scorribande degli Zeloti che depredavano i campi per il proprio sostentamento, come ci racconta Giuseppe Flavio.

[2] Alcuni farisei dissero: “Perché fate ciò che non è permesso di sabato?”.

[3] Gesù rispose: “Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni?

Gesù, in coerenza con il movimento di Giuda il Galileo che si dichiarava discendente del Re Davide, usa come scusante un episodio del Re Davide stesso.

[4] Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?”.

[5] E diceva loro: “Il Figlio dell’uomo è signore del sabato”.

Gesù si pone, addirittura, sopra la legge Ebraica del Sabato, proclamandosene il Signore. Questa frase ci fa intendere quanto volesse essere distaccato dal giudaismo questo neo-cristianesimo di Paolo di Tarso, che però pone la vicenda di Gesù, Ebreo in un paese di Ebrei, in uno stato anacronistico totale: questa semplice risposta di Gesù gli sarebbe costata la vita per lapidazione.

[6] Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c’era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita.

[7] Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui.

In quanto, ricordiamolo, “lavorare” di Sabato non è assolutamente permesso

[8] Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano inaridita: “Alzati e mettiti nel mezzo!”. L’uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato.

Come già analizzato nei precedenti Vangeli, l’uomo, uno scriba, ha la “mano inaridita” a causa dell’essersi adagiato e confinato negli scritti del Talmud, senza seguirne gli insegnamenti e senza ribellarsi al dominio Romano

[9] Poi Gesù disse loro: “Domando a voi: È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?”.

[10] E volgendo tutt’intorno lo sguardo su di loro, disse all’uomo: “Stendi la mano!”. Egli lo fece e la mano guarì.

Avendo “steso la mano”, e dunque avendo effettuato un lavoro su se stesso nel sabato, l’uomo automaticamente sposa il nuovo ideale di Gesù, e per via di questo la sua mano guarisce.

[11] Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

[12] In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione.

Ancora la presenza della montagna. Questo monte, negli scritti Evangelici, pare proprio essere un punto fermo nei viaggi di Gesù, ed è molto difficile non associarlo al monte sul quale si ergeva Gamala, roccaforte del movimento Zelota, a causa di tutti i dettagli visti fin’ora.

[13] Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli:

Ed ecco che, dopo aver meditato per tutta la notte, Gesù sceglie dodici fra i suoi discepoli, per renderli suoi apostoli. Il numero dodici non è stato scelto a caso, ma è stato dettato dalle teologie Ellenistiche che associavano ai loro Soter questo numero di adepti/seguaci/discepoli. La particolarità di questi apostoli però, risiede in un fatto alquanto curioso: i loro nomi contengono al loro interno rimandi ad appellativi Zeloti, ed alcuni di loro sono del tutto identici a quelli dei figli di Giuda il Galileo, proprio colui che creò il movimento Zelota.

[14] Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo,

1) Simone, chiamato Pietro, o meglio Cefà = la Pietra, soprannome usato per identificare i combattenti Zeloti. Figlio di Giuda il Galileo morto intorno al 60 DC per sedizione contro roma, insieme a suo fratello Giacomo (proprio quando gli stessi Simone e Giacomo Apostoli, vengono uccisi secondo gli Atti degli Apostoli).

2) Giacomo, fratello di Simone, che assieme a lui fu ucciso per sedizione contro Roma nel 60 DC, come abbiamo detto.

3) Giovanni, nella storia anchesso figlio di Giuda il Galileo, il primogenito.

[15] Matteo, Tommaso, Giacomo d’Alfeo, Simone soprannominato Zelòta,

4) Simone lo Zelota, che non credo abbia bisogno di commenti e che è sempre e comunque Pietro sdoppiato

[16] Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.

5) Giuda Iscariota, o meglio Ekariot, ovvero Sicario, sempre figlio di Giuda il Galileo.

[17] Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone,

[18] che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti.

[19] Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.

[20] Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
“Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.

I poveri, o meglio, gli Ebioniti. Gli Ebioniti non sono altro che gli Esseni visti dagli occhi dei Padri della Chiesa. Gesù dunque benedisce gli Esseni perchè il Regno di Dio è il loro, ed infatti era proprio questa la teologia Essena, ovvero quella di rinnegare la ricchezza, mettendola a disposizione della società, e grazie a questo fare proprio il Regno di Dio.

[21] Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.

[22] Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo.

[23] Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.

[24] Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione.

[25] Guai a voi che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete.

[26] Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

In pratica Gesù fa capire a chi è Ricco adesso, ovvero a chi ha il potere su Israele, di stare attento, perchè quando il Regno di Dio arriverà la situazione verrà ribaltata, in quanto i poveri, Ebioniti, Esseno-Zeloti, avrebbero preso il potere.

[27] Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,

ed ecco che in totale contraddizione con se stesso, ad un certo punto Gesù si mette a predicare l’amore universale. Questo passo del Vangelo sembra come incastrato in mezzo ad un contesto del tutto differente. Fino ad ora abbiamo visto come Gesù sia stato presentato come il Messia d’Israele, e dunque come il capo militare del gruppo Esseno-Zelota, però, tutto d’un tratto, mentre stava mettendo in guardia i ricchi sulle ripercussioni dell’essere ricchi, cambia registro e si mette a predicare l’amore e il “porgere l’altra guancia”. E’ probabile che il passo che leggeremo adesso non facesse parte, inizialmente, del vangelo di Luca.

[28] benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.

[29] A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.

[30] Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.

[31] Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

[32] Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.

[CUT: Versione di Luca del discorso della montagna visto in Matteo, con parabola dell’albero senza frutti, e della casa costruita sul fango.]